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L'importanza del come.

  • lorizzonte1
  • 14 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

L'importanza del come.
L'importanza del come.

Abbiamo sentito parlare spesso di destino o di Karma. Quest'ultimo, come un concetto spirituale e filosofico presente in diverse religioni e tradizioni come l'induismo o il buddhismo, si riferisce al principio di causa-effetto secondo il quale le azioni di una persona (pensieri, parole e comportamenti), generano conseguenze positive o negative nella sua vita presente o futura.

Jung diceva invece del destino: "Finché non prenderai coscienza, l'inconscio governerà la tua vita. E tu lo chiamerai destino.".

Prendere coscienza di quello che è nelle nostre profondità è il primo passaggio in assoluto per cominciare a afferrare il timone della nostra intera esistenza.

L’inconscio, come una grande cantina, è il luogo buio nel quale abbiamo messo pezzi antichi e importanti della nostra vita come per disfarci di essi.

La paura di affrontarli, la sensazione di non riuscire a sostenere le emozioni ad essi collegati, sono tra i motivi che ci portano a confinare in questo luogo occultato qualcosa di inenarrabile persino alle nostre stesse orecchie e quindi terrifico.

È fondamentale portare al livello della coscienza, con una guida preparata e capace, queste parti importanti al fine di comprendere noi stessi e anche il motivo per il quale, lungo il percorso di vita, accadono certe cose che si ripetono alla stregua di copioni teatrali.

Il secondo passaggio ci vede prendere consapevolezza che il destino è qualcosa di già scritto o se non ci piace vederla così possiamo parlare di ineluttabilità degli eventi.

"Quod non potest non est", "quello che non può accadere non accade" e quello che accade, viene in essere indipendentemente dalla nostra volontà.

La dea della necessità, infatti, permea di sé tutti gli eventi.

Ciò che determina il vero cambiamento che può davvero modificare i venti del karma e del destino, è il modo in cui approcciamo ogni cosa che ci accade nel quotidiano e la prospettiva della nostra coscienza che osserva ogni piccola cosa.

Se guardiamo alle cose della vita con l'occhio della mente limitata dalle credenze, convinzioni, attaccamenti, luoghi comuni o stereotipi saremo ingabbiati in una visione estremamente settoriale.

La mente razionale, come una lama tagliente, seziona in parti, divide, etichetta, giudica con l'idea di avere la miglior comprensione e la miglior prospettiva dalla quale guardare tutto ma proprio tutto. La nostra cartina tornasole dovrebbe sempre essere il nostro sentire, il nostro stato d'animo che spesso disattende le promesse illusorie di felicità e serenità di quella mente che ce le fa e che invece giudica tutto e tutti.

Quando la fede che ogni cosa che compare sul nostro cammino accade con un fine che è quello di permetterci di evolvere, diviene il nostro nuovo modo di guardare agli eventi, è allora che saremo sulla strada giusta per aprire le porte alla mente della coscienza, del cuore, dell'anima, la cui saggezza è stata potentemente inibita dalla mente logico-analitica e utilitaristica.

Viviamo nella parestesia dell'anima e di questi strumenti potentissimi che si chiamano cuore e coscienza che sanno esattamente cosa fare. Essi vivono in assenza di giudizio e di dubbi e in piena presenza di sé per mezzo della fede e dell’amore.

Fede, amore e bellezza sono nello stesso momento gli alberi maestri, il timone, le vele e l'intera nave che ci possono guidare davvero con maestria lungo il nostro cammino.

C'è un'antica tecnica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica rotti utilizzando lacca mescolata con polvere d'oro, argento o platino: il kintsugi.

Invece di nascondere le crepe, il kintsugi le valorizza, trasformando la frattura in una parte preziosa della storia dell'oggetto.

Questo è ciò che dovremmo fare con quelle parti abbandonate in cantina.

Riportarle alla luce per ricomporle in un oggetto unico e prezioso attraverso una miscela di oro, argento e platino.

Un atto di coraggio e resilienza attraverso il quale trasformiamo le difficoltà e le ferite della vita nella nostra forza e unicità invece di qualcosa di temibile o di cui vergognarci.

Anche noi, come la ceramica rotta di un vaso, possiamo ricostruirci con l’oro delle esperienze, rendendo le nostre cicatrici segni di forza e bellezza e con questa visione cambiare un come affronteremo l'avvenire e il divenire della nostra vita.

Con tanto tanto Amore.

Laura

 
 
 

2 Comments

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Cristina Fabbrini Serravalle
Cristina Fabbrini Serravalle
Feb 16
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Non è sempre facile. Anzi, a volte è proprio difficile... proprio perché sono le nostre prove, i nostri errori, i nostri limiti che non riusciamo a cogliere, e che ci appaiono come scogli minacciosi che affiorano da riva in un mare in tempesta. E la Terra è là. La vediamo, certo, ma per la maggior parte del tempo appare irraggiungibile... Per questo esistono persone come te, mental trainer, mentore e life coach. Figure in grado di guidarci, fari che ci possono aiutare a trovare una strada alternativa, o il momento opportuno per attraccare... o anche - perché no? - a tirare una sassata a quello che - lo comprendi poi - era solo un pannello, uno specchio che rifletteva i…

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lorizzonte1
Feb 16
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Ogni cosa che facciamo, anche se spesso a nostra stessa insaputa, è un atto di fede. Il resto è interpretazione secondo filtri percettivi propri.Grazie Cristina per riconoscere in me, in un atto di grande fede e fiducia, colei che può condurti attraverso un nuovo sguardo e una nuova comprensione, ciò che la tua anima alata è venuta su questa terra per realizzare.

🙏✨🙏

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